Linfodrenaggio metodo Vodder

Cos’è il Linfodrenaggio
Il linfodrenaggio è una particolare tecnica di massaggio, esercitata nelle aree del corpo caratterizzate da eccessiva riduzione del circolo linfatico. Il linfodrenaggio, come preannuncia la parola stessa, favorisce il drenaggio dei liquidi linfatici dai tessuti: l’azione meccanica manuale viene esercitata a livello di aree che interessano il sistema linfatico (composto da milza, timo,noduli linfatici e linfonodi), allo scopo di facilitare il deflusso dei liquidi organici ristagnanti.
Indicazioni
Come accennato, lo scopo del linfodrenaggio è quello di far defluire (quindi, drenare) i fluidi linfatici. Per tale ragione, questa particolare tecnica di massaggio è indicata e sfruttata con successo per:
– Favorire il riassorbimento degli edemi;
– Regolare il sistema neurovegetativo;
– Favorire la cicatrizzazione di ulcere e piaghe nei diabetici.
Il linfodrenaggio, inoltre, è ampiamente sfruttato anche nell’ambito della medicina estetica. Non a caso, sono molte le donne che ricorrono a questo tipo di massaggio per combattere gli inestetismi della cellulite.
Ancora, il trattamento con linfodrenaggio viene spesso consigliato ai pazienti che si sono sottoposti a interventi di chirurgia estetica, quali la liposcultura e la liposuzione.
Infine, vista la sua capacità di eliminare il ristagno di liquidi favorendo il riassorbimento degli edemi il linfodrenaggio risulta essere una tecnica particolarmente utile e indicata anche nelle donne in gravidanza.
Storia
La “scoperta” del linfodrenaggio, così come la coniazione del nome “Drenaggio Linfatico Manuale” (o DLM), vengono ascritte al fisioterapista danese Emil Vodder e alla moglie Estrid Vodder. Tuttavia, le basi di questa tecnica di massaggio risalgono a tempi precedenti.
Difatti, fu il dottor Alexander Von Winiwarter – alla fine del XIX secolo – a introdurre per primo una particolare e nuova metodica di massaggio allo scopo di contrastare il linfedema. Tale metodica, prevedeva l’esecuzione di un massaggio leggero, seguito da compressione e, infine, dall’elevazione delle estremità del paziente allo scopo di favorire, appunto, il deflusso dei fluidi linfatici.
Tuttavia, questo tipo di massaggio non ebbe grande successo, fino a quando non fu perfezionato dal dottor Vodder che lo rese pubblico nel 1936.
A partire da questa data e per i 40 anni successivi, i coniugi Vodder continuarono la loro attività di fisioterapisti, effettuando dimostrazioni e insegnando il loro metodo. Con il passare del tempo, il numero dei medici, dei massaggiatori e dei fisioterapisti interessati a questa innovativa tecnica di massaggio aumentò sempre di più, fino a quando – nel 1967 – venne fondata la “Società per il Drenaggio Linfatico Manuale del Dott. Vodder”.
Effetti e Benefici
Il linfodrenaggio esplica le proprie funzionalità e i propri benefici secondo tre metodiche:
– Azione drenante dei liquidi: favorisce l’eliminazione dei liquidi interstiziali e linfatici;
– Attività rilassante delle fibre muscolari;
– Capacità di introdurre leucociti ed immunoglobuline (prodotte negli organi del sistema linfatico) nel circolo ematico.
Il tutto si traduce in un miglioramento della circolazione linfatica e nel conseguente benessere del paziente.
Tecniche
Il linfodrenaggio – contrariamente a quanto si potrebbe pensare – è una tecnica difficile da eseguire. L’operatore, infatti, deve conoscere perfettamente il circolo linfatico e le zone da trattare: solo in questo modo, il drenaggio dei liquidi interstiziali e della linfa potrà essere favorito dalle giuste manipolazioni. Lo scopo è quello di indirizzare la linfa verso le zone linfatiche più vicine all’area massaggiata: in questo modo, la circolazione superficiale della linfa e lo scorrimento della stessa è facilitato.
Nel corso del tempo, si sono sviluppate diverse tecniche al fine di eseguire dei linfodrenaggi efficaci.
Ad ogni modo, possiamo affermare che le metodiche principalmente impiegate sono sostanzialmente due: il metodo di Vodder e il metodo di Leduc.
Le metodiche si differenziano principalmente per il tipo di movimenti eseguiti, tuttavia, esse si basano sui medesimi principi fondamentali.
La tecnica del linfodrenaggio si attua tramite applicazione di un leggero movimento pressorio sulla cute, che dev’essere lento e delicato, avendo cura di applicare spinte tangenziali.
Il linfodrenaggio deve seguire il percorso della linfa: a tal proposito, il massaggio richiede d’iniziare a livello del collo, zona in cui si trovano i linfonodi dove la linfa si mescola al circolo ematico. Solo successivamente, la tecnica procede nelle altre zone del corpo.

Il metodo Vodder

La scuola di Vodder prevede l’esecuzione di quattro movimenti tipici: spinte circolari, rotatorie, movimenti a pompaggio ed erogatori. I movimenti circolari, che devono essere sempre applicati in modo leggero ma contemporaneamente consistente, in genere si effettuano a livello del collo e del viso: il linfodrenaggio, frequentemente, comincia proprio con questo massaggio circolare, per il fatto che, come accennato, a livello del collo il circolo ematico e linfatico si mescolano per mezzo di linfonodi presenti nell’area suddetta.
Il massaggio prosegue con movimenti rotatori, in cui l’esperto fisioterapista esegue movimenti con il polso, alzandolo ed abbassandolo, frizionando la mano sulla cute in modo circolare.
Successivamente, il linfodrenaggio prevede movimenti a pompaggio: si altera la pressione dei tessuti per permettere una circolazione migliore della linfa (il fisioterapista sposta la pelle del paziente cercando di “disegnare” una sorta di cerchi ovali, spostando le dita nella stessa direzione).
Tutti questi movimenti vengono alternati con una frizione erogatrice, che consiste nel movimento rotatorio del polso sulla pelle del paziente.
Il metodo di Leduc
A differenza del metodo di Vodder, il metodo Leduc prevede l’esecuzione di un minor numero di movimenti rientranti in protocolli terapeutici che variano in funzione del tipo di disturbo che si necessita trattare.
I movimenti previsti dal metodo di Leduc per l’esecuzione del linfodrenaggio manuale sono due:
– La manovra di richiamo;
– La manovra di riassorbimento.
La manovra di richiamo deve essere effettuata a valle della zona interessata dal disturbo e ha lo scopo di svuotare i collettori linfatici.
La manovra di riassorbimento, invece, viene effettuata in corrispondenza delle aree interessate dalla ritenzione e si prefigge lo scopo di favorire il riassorbimento dei liquidi all’interno dei vasi linfatici superficiali.
Infine, ricordiamo che nella metodica di Leduc, l’area interessata dal ristagno di liquidi deve essere bendata. Il bendaggio, tuttavia, non deve essere compressivo e dev’essere effettuato partendo dalla periferia del corpo verso il centro.
L’esperienza del massaggiatore
La manualità del fisioterapista rappresenta sicuramente un fattore importantissimo. Con l’esperienza, infatti, lo specialista affina la capacità di applicare il linfodrenaggio: il massaggio deve seguire il flusso linfatico e la frizione sulla pelle non dev’essere troppo pesante, per evitare che il paziente percepisca dolore; la cute, inoltre, non deve arrossare dopo la seduta (non a caso il linfodrenaggio è spesso definito anche “massaggio dolce”).
Solamente nel caso in cui il fisioterapista applichi queste regole base, il linfodrenaggio potrà svolgere gli effetti terapeutici desiderati.
Il massaggiatore, oltre alle suddette regole basilari, deve mettere in pratica alcuni piccoli – ma efficaci – accorgimenti, in modo che il soggetto possa trarre ancor più beneficio dal linfodrenaggio:
– Le mani del fisioterapista devono essere calde;
– L’ambiente dev’essere idoneo: la temperatura non dev’essere eccessivamente calda o fredda;
– Il paziente dev’essere comodo, i muscoli non devono essere tesi, le aree del corpo non interessate dal linfodrenaggio devono essere coperte;
– La pressione del massaggio dovrebbe aumentare gradatamente e, a conclusione del massaggio, il soggetto dovrebbe riposare circa 15 minuti.
Inoltre, è fondamentale che il linfodrenaggio sia effettuato direttamente con le mani, senza l’ausilio di oli o creme, perché il contatto con la pelle del paziente dev’essere diretto. Le creme, invece, favorirebbero lo scivolamento delle mani lungo il corpo, mentre l’attrito risulta fondamentale per spingere la pelle e i liquidi ristagnanti in modo appropriato.
La pressione esercitata dalle mani dello specialista sulla pelle del paziente non dev’essere eccessiva, per evitare d’incrementare il passaggio di liquidi dai tessuti ai vasi ematici ma favorire, viceversa, il drenaggio dei liquidi linfatici.
Durata del trattamento
È raro che in una sola seduta le manovre del linfodrenaggio possano risolvere completamente l’edema, nonché il ristagno dei liquidi. Generalmente, il paziente si deve sottoporre a più trattamenti per ottenere buoni risultati duraturi. Ovviamente, la frequenza e la durata delle sedute saranno stabilite in base al disturbo del paziente.
Controindicazioni e consigli
Come tutte le terapie (poiché il linfodrenaggio è un metodo terapico), ci sono controindicazioni: il linfodrenaggio è severamente sconsigliato nei soggetti affetti da infiammazioni acute, tumori maligni, edema cardiaco. Anche chi soffre di alterazioni pressorie (ipo/ipertensione) non dovrebbe sottoporsi a trattamenti linfodrenanti, così come le persone asmatiche e le donne durante il ciclo mestruale.
È consigliabile praticare sport e seguire un’alimentazione sana e regolare, priva di eccessi e ricca di liquidi (acqua), allo scopo di stimolare il metabolismo, riattivare la circolazione e ridurre gli accumuli di grasso, favorendo lo scambio idrico. Attraverso la messa in pratica di questi semplici accorgimenti, il linfodrenaggio è sicuramente favorito e può dare buoni frutti in tempi ristretti.